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La vera rockstar maledetta ora è lui, il Covid-19, il mondo è sottosopra e così ci ritroviamo tutti confinati nelle nostre case, qui in Italia, in Europa e nel resto del mondo, dall’Australia fino agli Stati Uniti. I virologi uniti nell’affermare che nulla sarà come prima, dovremo dunque abituarci ad nuovo stile di vita, fino a quando non si troverà una cura, un vaccino, per il momento l’unica arma contro il Coronavirus è rimanere chiusi in casa e per la ripresa il distanziamento sociale. Tanti dubbi e poche certezze e tra le tante domande c’è ne una che coinvolge gli artisti, oltre ai cinema, i teatri, che fine faranno i grandi concerti?
Non essere di moda, o meglio piacere ad una élite ristretta, oppure dettare un trend globale rischiando di divenire quasi indigesti? Che cosa preferireste? E’ quello che sta succedendo alla hit numero uno dei Queen, Bohemian Rhapsody, da oggetto di culto a vera e propria mania collettiva.
“La sola cosa più straordinaria della loro musica è la sua storia” recita l’incipit del trailer. Il conto alla rovescia è iniziato, il 29 novembre esce Bohemian Rhapsody, il film sulla storia dei Queen. Il film è incentrato sulla figura del frontman, la vera e unica Regina del gruppo, Freddie Mercury. Dunque pronti a fare un tuffo nel passato, un ritorno alle origini del rock. Saremo gli ultimi ad assistere alla proiezione che ha debuttato in Inghilterra il 24 ottobre scorso e negli USA il 2 novembre. Poco importa, ci siamo. È il film sulla musica dei Queen, dalle origini e per scelta di Brian May e Roger Taylor fino alla trionfale apparizione del gruppo al Live Aid del 13 luglio del 1985, venti minuti sul palco di Wembley che hanno fatto la storia della musica